Ieri pomeriggio l'Ing. ha estratto dal cappello un "nuovo" strumento finanziario: i CFD. Siccome si parla di uno strumento, suppongo, che potrebbe essere ignorato dai più, credo sia giusto fare un po' di luce.
CFD è l'acronimo di Contracts for Differences, "contratti per differenza" in italiano. Anziché negoziare o scambiare fisicamente l'attività finanziaria, il CFD rappresenta un’operazione in cui due parti convengono per scambiare denaro sulla base della variazione di valore dell’attività sottostante che intercorre tra il punto in cui l’operazione viene aperta e il momento in cui la stessa viene chiusa. Una parte viene definita acquirente e l’altra viene definita venditrice. La parte acquirente realizza un guadagno nel caso in cui il valore dell’attività aumenta e una perdita nel caso in cui tale valore diminuisce.
Viceversa, la parte venditrice realizza una perdita a fronte dell’aumento del prezzo dell’attività e un guadagno se tale prezzo diminuisce. I CFD sono strumenti derivati che permettono agli investitori di trarre vantaggio dal rialzo (posizione long) o dal ribasso (posizione short) del prezzo di attività finanziarie sottostanti e sono spesso usati per speculare in questo tipo di mercati.
I CFD sono attualmente disponibili in Gran Bretagna, Olanda, Polonia, Portogallo, Germania, Svizzera, Italia, Singapore, Sud Africa, Australia, Svezia, Francia, Irlanda, Giappone e Spagna. Alcuni mercati di titoli come Hong Kong prevedono l'introduzione dei CFD nel prossimo futuro. Negli Stati Uniti i CFD non sono permessi a seguito delle restrizioni imposte dalla US Securities and Exchange Commission relative agli strumenti finanziari over-the-counter (OTC).
I contratti per differenza sono prodotti over the counter il cui trading è solitamente gestito da broker o market maker (intermediario finanziario), conosciuto come gestore di CFD. I gestori di CFD definiscono termini di contratto, tassi di margine e quali strumenti finanziari sono disponibili al trading. Il trading avviene secondo due diversi modelli che possono avere conseguenze sul prezzo degli stessi strumenti in questione:
• Market Maker (MM), questo è il metodo più comune dove il gestore di CFD decide il prezzo per il CFD sullo strumento sottostante e raccoglie tutti gli ordini all'interno del proprio pacchetto. La maggior parte dei gestori di CFD investiranno tali posizioni sulla base dei propri modelli di rischio, che potrebbero rivelarsi semplici tanto quanto comprare o vendere il sottostante stesso, ma potrebbero anche passare per una serie di investimenti o consolidare le posizioni dei clienti e controbilanciare una posizione di ribasso di un cliente con una di rialzo di un altro cliente. Questo non ha alcun effetto sul trading poiché a prescindere da ciò che il gestore di CFD faccia con il proprio rischio di mercato, il contratto è sempre e comunque tra il trader e il gestore di CFD. La conseguenza principale è che quel prezzo può essere differenziato dal fisico mercato sottostante se il gestore di CFD per esempio prende nel proprio pacchetto posizioni di altri clienti che sta controllando. Questo permette al gestore di CFD grande flessibilità su prodotti e tempistiche di trading offerti dal momento che è possibile creare ibridi e protezioni usando strumenti alternativi come per esempio il permesso di fare trading al di fuori dei normali orari di mercato. In pratica, il prezzo del market maker solitamente corrisponde allo strumento sottostante visto che altrimenti il gestore di CFD sarebbe esposto ad arbitraggio, ma alcuni gestori di CFD aggiungono al contratto un'ulteriore garanzia scritta che assicura la corrispondenza tra tra prezzi dei CFD e strumenti sottostanti.
• Direct Market Access (DMA), creato in risposta alla preoccupazione che il prezzo nel modello del market maker non corrispondesse a quello dello strumento sottostante. In questo modo il gestore di CFD garantisce una concreta contrattazione nel mercato sottostante al fine di far combaciare gli ordini di CFD uno ad uno. Il contratto rimane tra i trader e il gestore di CFD e il trader non possiede fisicamente alcuno strumento sottostante. Attraverso questa procedura la corrispondenza di prezzo tra CFD e strumento sottostante è garantita ed è possibile consultare tali prezzi nel registro di mercato, stando certi che non subiranno alcuna riquotazione. Questa prassi è solamente per alcuni tipi di strumenti sottostanti ed è usata principalmente per CFD di azioni; potrebbe risultare più costosa dal momento che i gestori di CFD non hanno accesso ad economie di scala e devono coprire le spese delle transazione di scambio. (fonte Wikipedia)
Al dunque questo post è stato solo un esercizio di "copia&incolla", ma dovevo informarmi anch'io su cosa erano i CFD visto che, sicuramente, la prossima settimana qualcuno mi chiederà "Ma questi CFD...".
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Con affetto, il vostro adorabile Promotore di Quartiere!
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