Lo ammetto, lo spunto per il post è nato ed è cresciuto all'ombra del commento di Deminvest, che diceva:
"Un economista saprebbe spiegarlo meglio, ma il problema di un approccio simile è la deflazione.
Se la massa monetaria non aumenta alla stessa velocità del Pil, la moneta comincia a crescere di valore perché diventa scarsa rispetto agli altri beni. Perciò i prezzi scendono.
Questo crea una serie di problemi:
1) i consumatori hanno interesse ad aspettare a fare un acquisto (il prezzo scenderà...) perciò rallentano il ciclo economico. Tenere i soldi sotto il materasso diventa conveniente.
2) con i prezzi in discesa, le aziende hanno difficoltà perché devono comprare a prezzi più alti (materie prime, servizi, lavoro) e rivendere a prezzi più bassi. Se per qualche motivo le vendite rallentano, le aziende soccombono per la svalutazione automatica dei magazzini.
3) i lavoratori devono accettare stipendi che scendono in continuazione.
E' soprattutto il punto 1) a rendere difficile la crescita economica in una situazione deflattiva. La velocità del ciclo economico è condizione necessaria per la crescita.
In questi giorni sono usciti anche i dati ISTAT riferiti al 2010, fra i quali anche quelli sui lavoratori.
Nello "schemetto" sotto trovate una sintesi.
Mi salta subito all'occhio che, su 60 milioni, 26,5 milioni non sono forze di lavoro. Prendo il "glossario" (fornito dall'ISTAT) e leggo chi sono questi 26,5 milioni:
"Inattivi: comprendono le persone che non fanno parte delle forze di lavoro, ovvero quelle non classificate come occupate o in cerca di occupazione". Andando per esclusione si tratta dei pensionati, i benestanti e gli "scoraggiati". Non ridete, per favore, esistono anche gli "scoraggiati" e non sono pochi. Infatti....
....sono 1,5 milioni gli italiani che sarebbero disponibili a lavorare ma non cercano attivamente lavoro convinti di non riuscire a trovarlo: un esercito di ''scoraggiati'' che secondo i dati dell'Istat sulla media del 2010, si aggiungono ai 2,1 milioni di disoccupati ufficiali secondo le regole europee. Nel complesso coloro che si percepiscono ''in cerca di occupazione'' sono quasi 4,4 milioni (4.397.000)....
Quindi, calcolatrice alla mano, i "non attivi" sono circa 35 milioni (ci vanno aggiunti anche 8,5 milioni di ragazzi fra gli 0 e i 14 anni); gli "attivi" circa 25 milioni e i disoccupati (secondo le "fredde" regole europee) circa 2,1 milioni. Incidenza: 8,5%.
E veniamo ai "lavoratori sospesi" o "precari" o "parasubordinati". Quanti sono in Italia? E quali prospettive hanno? La risposta l'ha data Antonio Mastrapasqua nel "lontano" ottobre del 2010.
"Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale”. Queste le parole del presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, pronunciate ieri nel corso di un convegno di Ania (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici) e Consumatori, e riportate oggi dal Corriere della Sera. Mastrapasqua stava illustrando le lettere che l’Inps invierà la prossima settimana ai circa 4 milioni di parasubordinati, con le quali si spiegherà come consultare on-line la propria posizione previdenziale personale. Mastrapasqua ha poi confermato che non sarà possibile per i lavoratori parasubordinati simulare quella che dovrebbe essere la pensione, anche perché si rischierebbe appunto un “sommovimento sociale". Se volete leggere l'articolo del CorSera cliccate QUI.
Sinceramente non mi sembra una situazione particolarmente "fantastica". Ma tutti sono a dire che non dobbiamo preoccuparci... ma in fondo hanno anche ragione, se siamo sopravvissuti fino a oggi che motivo abbiamo per non sperare di farlo anche domani?
Con affetto, il vostro adorabile Promotore di Quartiere!
Doc,hai capito finalmente,anche se non sei un parasubordinato, perchè non pensi alla pensione ?? ma tanto tu stai guadagnando tanto adesso, che te frega, io invece entrerò nella schiera degli inattivi anche se il pensionato arzillo ci dà come un man...llo !!!ehehehehehheheheheheehheheheh
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